«La cosa che colpì di più il mondo, nella distruzione dei Buddha di Bamyan a opera dei Talebani nel 2001, non fu probabilmente la semplice perdita delle due statue colossali – in moltissimi si accorsero della loro esistenza soltanto all’inizio dei bombardamenti – ma, piuttosto, lo sgomento per la velocità con cui, nel giro di pochi giorni, fu possibile cancellare l’esistenza di monumenti che avevano resistito per 1800 anni».
Una conversazione con Ariel Caine, fondatore del progetto Forensic Architecture, su ricordi, distruzione e responsabilità.